SEZIONE "G. MAZZINI" MASSA

RICORDARE LA REPUBBLICA ROMANA NEL 175° ANNIVERSARIO

9 FEBBRAIO 1849-9 FEBBRAIO 2024

Come ogni anno, i Repubblicani massesi vogliono ricordare, con poche parole, quella che è stata l’esperienza politica più rivoluzionaria, più nuova e più visionaria che l’Ottocento Italiano abbia espresso nella sua complessa vicenda storica: La Repubblica Romana di Giuseppe Mazzini, Carlo Armellini e Aurelio Saffi

La Repubblica Romana ha fatto comprendere al mondo, e soprattutto agli italiani, l’importanza di Roma nel difficile processo di costruzione dell’Unità Nazionale che troverà il suo compimento solo un ventennio dopo. Ha fatto anche capire la necessità di porre, alla base della costruzione nazionale, il “modello” Repubblicano visto come imprescindibile forma dello Stato, ossia l’idea fondante di struttura statuale che promanasse dall’unica vera e legittima autorità, quella del Popolo Sovrano.
Proprio la Costituzione della Repubblica Romana rappresenta, dal punto di vista politico, il documento con la più alta autorità giuridica e morale di tutto il XIX secolo.
Senza questo altissimo documento, la Costituzione della Repubblica Italiana, che un secolo dopo ne ha raccolto tutta l’eredità di civiltà, non sarebbe forse stata la stessa.
Senza l’esperienza di lotta, di sangue e di diritto che quei pochi uomini straordinari e quel coraggioso popolo romano seppero esprimere la coscienza di “Essere Nazione” avrebbe certamente tardato maggiormente a manifestarsi.
Il fallimento di quella forte e allo stesso tempo fragile esperienza politica, non fu certo dovuto all’inadeguatezza delle idee o alla bontà del progetto mazziniano. Ciò si dovette solo alla protervia del papato e dei suoi sostenitori francesi, i quali, sotto la guida di quel Luigi Napoleone Bonaparte, all’epoca Presidente della Seconda Repubblica francese, un tiranno dimentico della sua gioventù Carbonara e della tradizione repubblicana francese che si apprestava a tradire, non esitarono a soffocare l’anelito di libertà di Roma e dell’Italia.

I morti sulle barricate delle strade di Roma e nella difesa di Villa Medici del Vascello precedono di un secolo i morti della Resistenza, ma il loro sangue ha dato vita a due carte Costituzionali che il mondo ci invidia e che siamo disposti a difendere a qualsiasi prezzo.

“La repubblica è anzitutto principio d’amore, di maggior incivilimento, di progresso fraterno con tutti e per tutti, di miglioramento morale, intellettuale, economico per l’universalità dei cittadini … è il principio del bene su quello del male, del diritto comune sull’arbitrio di pochi, della Santa Eguaglianza sul Privilegio e il Dispotismo.
” La repubblica romana vive eterna, inviolabile nel suffragio dei liberi che la proclamarono, nella adesione spontanea di tutti gli elementi dello Stato, nella fede dei popoli che hanno ammirato la lunga nostra difesa, nel sangue dei martiri che caddero sotto le nostre mura per essa…

Giuseppe Mazzini

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