Il 2023 si è chiuso con “la firma di un protocollo di intesa tra tutti gli enti che in qualche modo hanno a che fare con il problema dell’erosione costiera e che servirà per avviare un processo virtuoso. Le attività legate al ripascimento non saranno più affrontate in maniera sporadica, ma attraverso una puntuale programmazione. Al fine di dare attuazione al documento, verrà costituito un tavolo operativo, denominato “ROMCAV” (Rete Operativa per la Manutenzione della Costa Apuo Versiliese)”. Così riportava un comunicato stampa (la Regione Liguria, i consorzi di bonifica, l’autorità di bacino).
Nel 2022 la Regione Toscana in un comunicato stampa diceva “La Regione ha già preso un impegno a 360 gradi sulla costa toscana vista nel suo insieme. Azioni e interventi coordinati che richiedono risorse ingenti, finalizzati alla valorizzazione, alla tutela e alla ripresa naturalistica, economico e produttiva di tutto il litorale della Regione, con una proposta tecnica di Masterplan che stima azioni e fabbisogni necessari nei prossimi 15-20 anni.” Ora il ROMCAV servirà “a spostare, mediante dragaggio, volumi di sabbia da settori costieri dove si sta determinando un accumulo di materiale, verso aree che soffrono del fenomeno contrario, nell’intento di contrastare i fenomeni di disequilibrio del settore compreso tra le foci dell’Arno e del Magra.”
Ognuno dei partecipanti ha precisato i suoi impegni: l’Autorità portuale mette a disposizione le proprie competenze sui dragaggi. Però gli studi sui dragaggi delle sabbie del porto di Carrara hanno dimostrato che il sistema adottato finora è inefficace e, inoltre, l’Adsp (Autorità di Sistema Portuale) del Mar Ligure Orientale dimentica di produrre i monitoraggi degli ultimi dragaggi effettuati come era previsto dall’autorizzazione regionale. Il Comune di Forte dei Marmi (non potendo chiedere sabbia, perché l’erosione non è ancora preoccupante) fa portare la sabbia di Viareggio a Poveromo con la speranza che un po’ arrivi anche lì (cosa che accade regolarmente, ed è per questo che a Forte l’erosione non è preoccupante). Il Comune di Massa, non pervenuto. Quando doveva parlare è stato zitto, quando ha scritto lo ha fatto in ritardo, firma un accordo e poi sulla stampa esprime dei dubbi. La Regione Toscana insiste nel voler portare la sabbia dragata dal porto di Viareggio a Poveromo nell’illusione che serva a rallentare l’erosione ma quella sabbia non è stabile sul litorale di Marina di Massa, però la Regione non produce i monitoraggi del precedente intervento perché è stato un fallimento.
In quest’anno sono stati presentati vari masterplan e progetti che in qualche modo incidono sulle variazioni della costa ma nessuno tiene conto dei cambiamenti climatici e del rialzamento del mare. Gli interventi non sono coordinati e non sono esaminate le interferenze reciproche, non esiste un’idea progettuale. I Verdi di Massa e il Partito Repubblicano di Massa pensano sia il momento di ragionare tutti insieme su tali tematiche. Ben venga il ROMCAV come punto di confronto tra gli enti, ma riteniamo che sia necessario anche un tavolo politico e un tavolo ambientale di gestione del territorio perché Massa non è Forte dei Marmi dove tutto ruota intorno alla spiaggia, non possiamo dimenticare le nostre montagne che sono una risorsa sul piano turistico e ambientale, né la Zona Industriale, che sono una risorsa occupazionale fondamentale e che ha un’impronta sull’ambiente, né il porto perché anche questo è funzionale alla ZIA e al turismo.
I Verdi e il Partito repubblicano si assumono il compito, in collaborazione con chi vorrà essere concentrato seriamente, di informare e sensibilizzare su questi temi. Come Verdi abbiamo già iniziato tale percorso organizzando convegni sulle bonifiche, sul rischio idrogeologico, abbiamo presentato il libro del prof. Pranzini “La strategia di Noè” sul futuro delle spiagge. Ora abbiamo organizzato, insieme al Partito Repubblicano di Massa, un incontro pubblico nel quale dare il via a un percorso di partecipazione e confronto anche sul tema specifico del futuro del nostro litorale. Un’idea progettuale c’era, corredata di modelli numerici, modelli fisici 3D in vasca e 2D in canale, prove in laboratorio, analisi sui materiali, valutazioni di impatto ambientale e si era concretizzata in un progetto preliminare presentato dal Comune di Massa nel 2002, in uno esecutivo presentato e appaltato dalla Provincia di Massa Carrara. Era forse lo studio più completo mai realizzato sulla costa apuana e teneva conto dei fenomeni indotti da un probabile ampliamento del porto di Marina di Carrara, dai lavori previsti per la sistemazione del Frigido, di un possibile recupero ambientale della zona di Poveromo e della mitigazione della trasmissione verso sud del fenomeno erosivo, raggiungendo un nuovo equilibrio e prevedendo un piano di manutenzione attraverso ripascimenti programmati. L’ufficio Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Toscana in merito a questo intervento si esprimeva così: “…il progetto preliminare presentato dal Comune di Massa è apprezzabile nei suoi scopi di riequilibrare e stabilizzare il litorale, di tornare a una più naturale dinamica costiera e di incrementare la fruibilità delle spiagge e che il metodo adottato, consistente nel definire le opere necessarie per un ampio tratto di costa, è razionale e rappresenta un deciso passo avanti rispetto alla logica degli interventi puntuali, slegati l’uno dall’altro, a volte seguita in passato;…”
Nell’aprile del 2019 il Partito Repubblicano di Massa aveva organizzato un convegno con lo scopo di riportarlo all’attenzione della nuova amministrazione del Comune e della Regione. L’ing. Bontempi illustrò il progetto che poteva essere la base per rimettere in moto il completamento dei lavori utilizzando le risorse che erano state stanziate dal Ministero dell’ambiente e dalla Regione circa 22 milioni di euro. Il Sindaco Persiani, considerando ancora valide le conclusioni del convegno di Forte dei Marmi del 2018, che vagheggiava una spiaggia ideale di 140 m., non ha saputo cogliere l’occasione e la Regione Toscana da poco insediata dirottò i fondi verso altri tratti della costa regionale. Siamo nel 2024: sono passati 22 anni da quello studio, 9 anni dalla sua parziale realizzazione, 4 anni dal convegno organizzato dai Repubblicani e stiamo cominciando da capo ma in questo periodo sono stati persi almeno 2 milioni di mc di sabbia e, come dimostrato da un recente studio dell’università di Pisa, le sabbie immesse nel litorale con i ripascimenti non hanno compensato neanche quelle che sono state tolte con i dragaggi.
Speravamo che le volontà sbandierate da Regione e Comune per affrontare il problema si concretizzasse in qualcosa di serio, purtroppo siamo rimasti delusi. La Regione ha programmato i propri interventi sulla base di uno studio sull’evoluzione delle linee di riva dimenticando che nel nostro territorio, dove la costa è protetta per oltre l’80% da scogliere, l’arretramento medio di un metro significa che le opere di difesa hanno perso gran parte della loro efficacia perché i fondali sono aumentati di profondità. Questo era stato previsto e dimostrato nello studio del 2002 e purtroppo messo in evidenza dalle recenti mareggiate del 2022 e 2023. Il Comune di Massa, appagato dalla Regione col poter dare un incarico di progettazione, ha presentato un masterplan spacciandolo per progetto preliminare che è stato demolito in sede di screening di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). I tecnici incaricati dal Sindaco Persiani ripetono come un mantra la parola “deingegnerizzazione” ma nel progetto del 2002 era già prevista la riduzione delle scogliere emerse; hanno riempito le relazioni dello slogan “recupero ambientale” ma nel progetto del 2002 era previsto il recupero ambientale; hanno previsto la costruzione di isole dimenticando di spiegare perché quelle realizzate dalle OO.MM. nel 1972/3 non hanno funzionato, è con l’aumento della profondità del litorale sarà un costo praticamente insostenibile.
La Regione ha approvato un progetto che prevede l’utilizzo delle sabbie dragate dall’accesso al porto di Viareggio per il ripascimento a Poveromo con ulteriori 100.000 mc; sono passati solo 2 anni dal precedente intervento fallimentare di 100.000 mc. In questo lasso di tempo non solo sono stati dispersi in mare quelle sabbie ma ne sono scomparse almeno il doppio. Il Comune ha approvato anche un intervento per la sistemazione della foce del Fiume Frigido ma abbiamo la netta impressione che non si sia tenuto conto delle interazioni tra gli interventi di protezione costiera. Nel frattempo, l’Autorità portuale ha presentato un Masterplan per l’ampliamento del Porto di Marina di Carrara. Tralasciando tutte le altre problematiche che ciò comporta sul piano ambientale, logistico, di assetto del territorio (non abbiamo, ad esempio, ancora notizie su un eventuale aumento, o no, dell’inquinamento rilasciato dell’incremento del traffico marittimo che comunque risulta meno impattante di quello su gomma) e limitandoci al problema dell’erosione, ci sembra che abbia scelto un approccio di braccio di ferro tra modelli numerici. Ora è notorio che i pur perfezionati modelli ora utilizzati nelle valutazioni del fenomeno erosivo non sono perfettamente confrontabili e risentono comunque della qualità dei dati che vengono immessi. La modellistica numerica, in particolar modo in ambito marittimo, richiede un’attenta fase di calibrazione dei parametri maggiormente significativi per garantire elevate attendibilità delle simulazioni effettuate. Così il modello usato dai progettisti dell’ampliamento del porto dimostra che l’ampliamento non aggrava il fenomeno mentre quello usato dagli antagonisti sembra dimostrare il contrario. Dimenticando di evidenziare che il problema vero è a monte con la mancanza di sedimenti provenienti del Magra (seppur quest’ultimo sembra poter tornare, nei prossimi anni, a reimmetterne).
In tutto questo nessuno affronta il tema dei cambiamenti climatici e del rialzamento del livello del mare. Le ultime mareggiate hanno messo in evidenza che alla Partaccia e nel centro di Marina i fondali all’esterno delle scogliere con l’aumentare di dislivello stanno minacciando di far crollare le stesse scogliere; nella zona di Ronchi i pennelli emersi non hanno la necessaria efficacia, nella zona di Poveromo la spiaggia ha ormai perso la capacità di rallentare l’effetto dei marosi. Alcuni ambientalisti, con i quali, almeno in questo caso, non condividiamo il parere, vedono come unico pericolo l’ampliamento del porto. Anche un ex Ministro, partendo dalla stessa prospettiva, propone come unica soluzione la demolizione dello stesso. Noi crediamo che il problema sia molto più complesso e che occorra mettere nel conto anche i cambiamenti climatici, il rialzamento del livello del mare, la mancanza di trasporto di sedimenti dai fiumi. Solo ad una idea “politica” seria e con la capacità di guardare al di là di una “elettoralistica convenienza” potrà permettere di elaborare un progetto capace di trovare quel nuovo equilibrio che la natura ci impone.
Verdi di Massa e Partito Repubblicano Sezione G. Mazzini di Massa