SEZIONE "G. MAZZINI" MASSA

Due eventi dai quali un male può far nascere un bene

Purtroppo, due eventi hanno complicato queste giornate: la chiusura della Scuola Parini che ospita sia una scuola primaria che una scuola secondaria di primo grado, e la Nave che si è schiantata contro il pontile.

Si dice che da un male nasca sempre un bene e speriamo che sia così anche per questi due casi

L’edificio della Scuola Parini di Romagnano a metà anno scolastico, dopo mesi di attività didattica, è stato dichiarato non a norma per quanto riguarda la sicurezza statica e per il rispetto delle norme antisismiche. Da un giorno all’altro i ragazzi sono stati spostati in altri edifici e le famiglie hanno dovuto riorganizzarsi per trasporti e accompagnamenti, senza contare i problemi legati all’interruzione della rete di relazioni che genitori, insegnanti e alunni stabiliscono all’interno di una scuola.

Il problema più pressante però riguarda come siamo arrivati ad una decisione così grave e repentina? Nessuno aveva mai controllato l’edificio della Parini? Non potevano farlo prima dell’inizio della scuola? Non è neppure da escludere il fatto che qualcuno possa arrivare a chiedersi se la vita dei ragazzi sia stata in pericolo per mesi o per anni per incuria o per trascuratezza o per incompetenza di qualcuno?

Ma non basta. Dobbiamo a questo punto chiederci se gli edifici che ospiteranno i ragazzi della Parini, per la maggior parte anch’essi datati, hanno le certificazioni di idoneità e sono davvero sicuri? Di fronte ad una situazione del genere viene infatti spontaneo domandarsi perché solo per la Parini sia stata dichiarata la non agibilità ed invece non altri edifici scolastici quali ad esempio quelli che ospitano la scuola Malaspina, o la Staffetti, anch’essi costruiti negli stessi anni della scuola Parini o ancor prima, e che manifestano, almeno visivamente, situazioni di decadimento o addirittura carenze legate alle norme quali quelle relative ai pericoli di incendio già accertate da molti anni e continuamente ignorate. È solo la mancanza di controlli che ha consentito l’agibilità di altri edifici scolastici?

L’improvvisa chiusura della Parini è certamente un male ma c’è da sperare che ne seguirà un bene per tutti gli altri edifici scolastici che, sulla base di quanto accaduto per la scuola Parini, dovranno essere subito controllati e inseriti in un programma che consenta di eseguire i lavori necessari per metterli a norma all’interno di un piano complessivo di adeguamento del patrimonio edilizio del Comune finalizzato a garantire il diritto allo studio dei futuri cittadini massesi alle esigenze di una comunità moderna e bisognosa di un servizio scolastico di qualità.

Crediamo nel frattempo sia importante che l’Amministrazione Comunale fornisca a tutte le famiglie e, quindi, alla cittadinanza, le informazioni necessarie per rassicurare riguardo ai dubbi sopra enunciati e per garantire la piena agibilità e sicurezza delle scuole di sua competenza e all’Amministrazione provinciale, coinvolta in un impegnativo programma di ristrutturazione già avviato, di fare altrettanto per gli edifici che ospitano le scuole secondarie del secondo ciclo non coinvolte nel programma di ristrutturazione e per quegli edifici che ospitano le scolaresche che hanno dovuto spostarsi per consentire i lavori di ricostruzione o messa a norma di quegli edifici scolastici che sono stati chiusi o demoliti.

La Nave finita contro il pontile è il secondo male del momento. Ha causato danni enormi, sia materiali e diretti per le opere distrutte e l’ambiente inquinato, sia indiretti per l’economia, turistica e non, della costa massese, che la stessa Amministrazione ha ottimisticamente dichiarato compromessa quantomeno per questo anno.

L’Amministrazione comunale di Massa dovrà essere in prima fila nel pretendere dai responsabili, con ogni mezzo, il giusto ristoro dei danni per tutto e per tutti, dal pontile fino all’inquinamento, al danneggiamento ambientale, ai danni economici per quei piccoli commercianti ed esercenti che, forse per lungo tempo, dovranno chiudere baracca e burattini e rinunciare alle loro fonti di guadagno in alcuni casi necessarie per il sostentamento della famiglia.

In primo luogo, l’Amministrazione comunale dovrà pretendere un adeguato ristoro dal “Porto di Marina di Carrara”, principale responsabile per l’uso inadeguato e pericoloso delle strutture dei movimenti portuali.

Il Porto di Marina di Carrara rappresenta un concreto pericolo per la costa. Per chi ha memoria, non è la prima volta che una nave dal Porto di Marina di Carrara va a schiantarsi nella costa massese, causando danni che fino ad oggi erano quasi stati dimenticati.

Il porto è poi una struttura artificiale ed inadeguata all’uso che ne viene fatto, è un “catino” che viene stiracchiato da tante mani. Anticamente è stato costruito per ospitare velieri, può andare ancora bene per piccoli navigli e per la cantieristica da diporto. È stato poi scelleratamente ampliato ed oggi c’è la chiara intenzione di ampliarlo ancora e di continuarlo a fare, inutilmente, perché rimarrà pur sempre “un catino” e non potrà mai essere in competizione concreta con gli altri porti vicini ben più strutturati di La Spezia e Livorno. Il Porto di Carrara è un porto artificiale e forzato che causa erosione soprattutto nei confronti della costa massese, arrecando danni all’ambiente, alle opere edilizie lungo la costa massese, alle attività commerciali, alberghiere e turistiche, e alla fine ucciderà il turismo massese.

Da queste due disavventure, quella della scuola Parini e del disastro della Nave che si è incagliata nel Pontile, l’Amministrazione comunale di Massa può trarre nuove e concrete ispirazioni per le cose da fare nei giorni a venire. Al tempo stesso dovrebbe prendere, finalmente, una posizione chiara e decisa nei confronti del Porto di Carrara, a tutela del territorio massese e dei suoi interessi turistici e commerciali.

Partito Repubblicano Massa

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