È stato avviato in questi giorni dal sindaco Persiani il percorso partecipativo per la formazione del nuovo Piano strutturale di Massa. È stato scelto come metodo di coinvolgimento, in ossequio alle ultime mode in fatto di comunicazione, il WorldCafè. Cercando su Internet si trova che tale metodo è un metodo efficace per dare vita a conversazioni informali, vivaci, concrete e costruttive su questioni che possono riguardare anche la vita di una comunità come è quella massese. Come repubblicani abbiamo pensato che non sia la forma la cosa più importante ma i contenuti e nel rispetto di tale principio intendiamo partecipare alla discussione utilizzando le forme più tradizionali del confronto politico attraverso la produzione di documenti che rimangono a testimoniare le opinioni espresse, interventi sulla stampa, se possibile anche contatti diretti del partito con la popolazione e con le altre forze politiche. Intendiamo cioè portare il nostro contributo critico e insieme costruttivo a partire da osservazioni di carattere generale per poi approfondire punto per punto elaborando specifici documenti i vari temi affrontati nel documento proposto dall’Amministrazione comunale di Massa.
Personalmente credo che l’occasione offerta dalla discussione sul Piano Strutturale debba esser colta anche per riflettere sul ruolo dei partiti all’interno di una democrazia rappresentativa. A parte la scelta delle forme e dei modi, non c’è niente di male se un’amministrazione cerca un contatto diretto con la cittadinanza. Il problema però rimane aperto in una situazione in cui più della metà dei cittadini rinuncia al diritto di voto per sfiducia soprattutto nei confronti della politica e in particolare della politica come arena in cui soggetti principali sono i partiti.
La Costituzione assegna ai partiti il ruolo di corpi intermedi tra le istituzioni e la cittadinanza, un ruolo che dovrebbe essere esercitato nella ricerca di forme di mediazione tra interessi particolari e interesse generale, tra i diversi bisogni che i cittadini esprimono e che se non trovano un punto di sintesi rischiano di esplodere in una frammentazione di posizioni non gestibile. Senza la presenza di un elemento mediatore ciascuno può farsi portatore delle più varie richieste e quindi sentirsi non ascoltato se tali richieste non vengono esaudite e autorizzato a rinunciare ad uno dei principali diritti che le democrazie mettono a disposizione che non dal punto di vista giuridico ma dal punto di vista etico e dal punto di vista politico è anche un dovere.
Le richieste possono essere esaudite solo all’interno di una prospettiva generale di un Progetto che tenga conto da un lato dei bisogni e dall’altro delle risorse a disposizione, un progetto che non può essere elaborato dai singoli cittadini e nemmeno da comitati o associazioni che perseguono interessi particolari. Singoli cittadini, comitati, associazioni sono interlocutori fondamentali che debbono trovare però un portavoce in grado di fare sintesi E tale portavoce non può essere altro che un partito politico. Stupisce la presa di posizione del Comitato Ugo Pisa espressa su la Voce Apuana che afferma “Ci ha un po’ spiazzato la dichiarazione dei tecnici presenti secondo i quali le proposte che usciranno da questo percorso verranno comunque filtrate dalla parte politica. Per questo, allora, ci rivolgiamo ai nostri amministratori e chiediamo loro che questo filtro abbia delle maglie molto larghe, che la volontà della cittadinanza abbia un peso preminente sulle scelte politiche e che l’eventuale rigetto di una proposta sia adeguatamente motivato”. È evidente che non può essere altrimenti in una democrazia rappresentativa. Chi governa deve fare scelte e deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte, altrimenti si realizzerebbe un’altra cosa, una democrazia diretta, una forma di governo non prevista dalla nostra Costituzione. Spetta alla politica fare sintesi anche perché le persone convenute ai tavoli della villa Rinchiostra esprimono richieste particolari nel senso di richieste di singoli cittadini, richieste che debbono essere inserite all’interno di una espressione più generale, dell’interesse generale della città. Giusta la richiesta però la richiesta di motivazioni in caso di rigetto In quanto risponde ad un altro principio della democrazia rappresentativa, quello della trasparenza.
I partiti hanno fatto di tutto per svendere a loro autorevolezza, per rinunciare a tale ruolo. Ora debbono fare di tutto per riconquistare la funzione che la Costituzione assegna loro. Per i partiti di opposizione questo compito è ancora più importante. È necessario riaprire un dialogo con i cittadini, un dialogo tra tutte le forze politiche che si dichiarano alternative a chi attualmente sta governando, un dialogo con il proprio passato e con i propri errori. Solo attraverso questo percorso è possibile sperare di mettere in piedi un’alternativa basata non tanto sugli schieramenti ma su un’idea di città alternativa a quella che sta portando avanti chi governa oggi.
Massimo Ceccanti
Sezione G. Mazzini del PRI di Massa