La qualità del sistema scolastico costituisce uno dei fattori più importanti dello sviluppo di qualsiasi paese ed è anche uno degli indicatori più significativi del suo stato di salute. Se però non riusciamo a definire in modo più preciso il termine “qualità” difficilmente riusciremo a trasformare valori, indicazioni di intenti, principi in azioni concrete, soprattutto in un contesto come quello scolastico in cui i soggetti coinvolti sono numerosi e con caratteristiche e competenze diversificate: la famiglia, le istituzioni scolastiche, gli enti locali, l’apparato ministeriale, i servizi sociosanitari.
I punti di riferimento per la predisposizione di un programma di legislatura e la Costituzione
Il punto di riferimento principale per definire che cosa si intende con qualità in riferimento agli elementi specifici delle competenze dell’amministrazione comunale non può che essere fornito dalla costituzione e in particolare dall’art. 3 comma 2 laddove si dice che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”. Con queste parole viene affermato per il sistema scolastico un principio di equità che sostanzialmente può essere tradotto nel dovere per tutti gli organi della pubblica amministrazione coinvolti di fornire a tutti i bambini e le bambine e a tutti i e le giovani adolescenti le stesse chances indipendentemente dalla loro situazione familiare, sociale, culturale, di genere, di provenienza geografica, individuando gli interventi necessari sulla base della rilevazione dei bisogni.
Il secondo punto è costituito dal dovere per la Repubblica di formare cittadini in grado di partecipare attivamente alla vita politica, sociale e culturale del proprio paese e dei vari livelli di comunità in cui si esprimono tali forme di vita, livelli che vanno dal locale alla dimensione umanitaria.
Il terzo punto, infine, si basa sul rispetto dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione tra tutte le pubbliche amministrazioni (citati nell’art. 120 della Costituzione), nel rispetto della specifica autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche (art. 117 della Costituzione), al fine di raggiungere gli obiettivi e gli scopi prefissati di miglioramento della qualità del servizio scolastico mediante il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati: è all’interno di tale leale collaborazione che deve svolgere il suo ruolo il comune sulla base delle competenze che la normativa gli attribuisce.
Le proposte
- I nidi d’infanzia
La prima e fondamentale competenza del comune riguarda la gestione dei nidi d’infanzia per i bambini da 3 a 36 mesi, un servizio fondamentale a sostegno della maternità e della lotta alla riduzione delle disuguaglianze. Consentire alle famiglie di poter disporre del servizio fornito dagli asili nido, secondo quanto dicono gli esperti, soprattutto per i bambini provenienti da famiglie a basso reddito, può contribuire a ridurre lo svantaggio sociale e incidere positivamente sulla crescita di chances e anche sulle differenze di genere in termini di prospettive di studio e di lavoro. Nel comune di Massa l’amministrazione comunale gestisce sei nidi d’infanzia direttamente e uno mediante appalto, per una capienza totale di poco più di 220 bambini. Per accedere ai nidi d’infanzia comunali sono previste graduatorie e liste d’attesa per circa 25 famiglie. Il comune di Massa è abbastanza vicino a raggiungere gli obiettivi europei fissati per gli asili nido (33 bambini su 100 e Massa è intorno al 32,3 % un dato comunque inferiore alla media Toscana che è intorno al 37%, lontano dai comuni più in alto nella classifica, Prato, Firenze e Siena sopra il 42% e lontanissimo dalle medie dei paesi europei più avanzato quali l’Olanda con il 74,2%, la Danimarca con il 69,1%, ma anche la Spagna con il 55%). Obiettivo primario è quindi la graduale riduzione delle liste d’attesa, obiettivo che deve essere affiancato da interventi a sostegno delle famiglie più fragili sia economicamente che socialmente È necessario, infatti, ridurre le mancate iscrizioni dovute al costo troppo elevato del servizio. In secondo luogo, è necessario cercare soluzioni e risorse per adeguare l’orario di apertura dei nidi d’infanzia ai bisogni dell’utenza al fine di garantire un servizio efficace per le numerose famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. La Commissione europea ha infatti sottolineato la necessità di garantire un servizio basato su un adeguato numero di ore settimanali per far sì che i genitori e soprattutto le mamme non debbano abbandonare il lavoro. È necessario anche favorire l’inclusione dei bambini con disabilità e i bambini con famiglie che presentano storie di migrazione, bambini che presentano un alto rischio di povertà e quindi di svantaggio ed esclusione sociale. Infine, è necessario lavorare per raggiungere l’obiettivo europeo fissato per il 2030 del 45% di bambini che frequentano gli asili nido. Pe raggiungere tale obiettivo sarà necessario non solo ampliare la disponibilità di posti negli asili nido comunali, ma anche incentivare e sostenere iniziative private a partire da quelle aziendali al fine di favorire la presenza di asili nido sui luoghi di lavoro.
- La programmazione del servizio scolastico, la manutenzione degli edifici, la sicurezza e la salute
La seconda competenza del comune riguarda senza dubbio la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici delle scuole statali del primo ciclo (scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo grado), la fornitura degli arredi scolastici e la programmazione delle strutture in cui il servizio deve essere erogato. Nel comune di Massa sono presenti 15 scuole dell’infanzia statali, 23 scuole primarie e 6 scuole secondarie di primo grado gestite da 6 istituti comprensivi. Il patrimonio edilizio è notevole e molti edifici sono datati anche se non considerati vetusti (edifici costruiti da oltre 50 anni). L’unico edificio del genere è la sede della scuola secondaria di primo grado Malaspina. Sono comunque necessari interventi di ristrutturazione anche perché la recente epidemia legata al Covid ha messo in primo piano l’importanza di avere a disposizione nelle scuole un certo tipo di spazi, compresi gli spazi verdi, in particolare il verde attrezzato per le scuole dell’infanzie e le primarie, gli spazi per le attività motorie per permettere una didattica erogabile in luoghi sicuri e utilizzabili per forme di didattica innovativa e poi l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche in tutti gli edifici scolastici per permettere a tutti i bambini e le bambine, a tutti gli studenti e le studentesse, al personale, alle famiglie e a tutti i soggetti coinvolti di accedere senza difficoltà alle strutture e ai locali. Infine un’attenzione particolare nella programmazione degli interventi agli aspetti ecologici ed energetici con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e ancor più di avvicinarsi a forme di autonomia energetica.
La gestione di tale patrimonio invece troppo spesso si riduce ad interventi legati all’urgenza in presenza di danni e episodi contingenti. La problematica coinvolta è complessa e coinvolge la gestione programmatica degli interventi necessari per garantire prima di tutto la sicurezza e poi la fornitura di adeguati ambienti di apprendimento indispensabili per una didattica di qualità, interventi che debbono essere coordinati con l’analisi dell’andamento demografico e con i bisogni espressi dai cittadini a livello locale, partendo dal presupposto che la scuola non è soltanto un punto di erogazione di un servizio pubblico ma può essere anche un centro di aggregazione sociale e culturale, se aperta al contributo attivo delle famiglie e della cittadinanza. Le due esigenze debbono essere messe in relazione favorendo l’opportunità, dove è possibile, di evitare la formazione di classi troppo numerose e permettere l’istituzione di classi meno affollate per salvaguardare in particolare le scuole periferiche e i paesi della montagna. Se ciò non fosse possibile, sarà necessario attivare politiche per la famiglia e la tutela sociale e culturale delle zone a rischio di degrado o di spopolamento. In tal modo verrebbe anche salvaguardato il principio che vede nella scuola non il luogo deputato a supplire tutte le carenze sociali e culturali della società ma lo specifico contesto in cui si eroga istruzione e si formano culturalmente le nuove generazioni.
Inoltre, non è da sottovalutare il ruolo formativo dell’educazione alla sicurezza che spesso decade a obbligo burocratico. Il comune, quale proprietario e gestore degli edifici, può esercitare un ruolo attivo promuovendo momenti di formazione rivolti sia al personale che agli studenti, concordati all’interno di un gruppo di lavoro interistituzionale da istituire, aperto ai rappresentanti degli istituti comprensivi, dell’Ufficio Scolastico Regionale, dell’Inail locale e della Casa della salute che dovrebbe gestire i servizi socio sanitari dell’area comunale, gruppo che può svolgere un ruolo consultivo e propositivo anche nella fase programmatoria degli interventi di manutenzione e adeguamento delle strutture degli edifici scolastici. L’istituzione della Casa della salute secondo la Legge regionale sulla disciplina del Servizio sanitario regionale, come modificata con la Legge regionale n. 29 del 4 giugno 2019, intesa come struttura polivalente che opera nell’ambito della zona-distretto, con lo scopo di favorire l’integrazione fra i professionisti che erogano i livelli essenziali delle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali, potrebbe inoltre favorire la formulazione e il coordinamento di proposte formative realizzate in modo qualificato e sulla base di una specifica programmazione, rivolte ai giovani che frequentano le scuole massesi sia per le tematiche del primo soccorso e del BLSD, sia per la gestione dell’ansia e dello stress nello studio, l’abuso di stupefacenti e alcool, sicurezza sessuale, inquinamento ambientale e rispetto dell’ambiente.
Ultima settore d’intervento dovrebbe essere quella dell’orientamento scolastico. Il comune deve farsi promotore di iniziative per permettere alle famiglie, nel momento del passaggio da una tipologia di scuola all’altra, di poter scegliere in base a criteri e a informazioni chiare, non legate alla semplice autopromozione delle singole scuole. Il comune dovrebbe da un lato fornire informazioni legate alla programmazione territoriale del servizio scolastico e dall’altro organizzare incontri di tipo conoscitivo delle varie offerte formative presenti sul territorio, in particolare nel momento della scelta della scuola secondaria di secondo grado.
- Lo sport e la scuola
Un’ulteriore area di intervento strettamente legata alla problematica della gestione delle strutture fisiche in cui viene erogato il servizio scolastico è quella degli impianti sportivi che costituisce una cronica carenza del territorio massese. Recentemente è stato introdotto il docente specialista di educazione motoria: la legge n. 234/2021, prevede infatti che l’insegnamento di educazione motoria sia introdotto per la classe quinta a decorrere dall’anno scolastico 2022/2023 e per la classe quarta a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024. Tale novità costituirà un elemento importante per le scuole solo se potranno essere messi a disposizione delle istituzioni scolastiche del primo ciclo spazi e impianti sportivi adeguati, spazi e impianti che dovrebbero essere messi a disposizione delle società sportive e delle associazioni negli orari extrascolastici. È nota invece l’assoluta carenza di tali strutture. Occorre quindi, a partire dal censimento di ciò che esiste ed è utilizzabile, una programmazione di interventi per la costruzione di spazi idonei alla pratica di attività motorie e sportive. Il Comune dovrebbe inoltre esercitare un ruolo fondamentale nella gestione coordinata di tutto il patrimonio pubblico di impianti sportivi presente sul territorio comunale affinché tali strutture vengano utilizzate in tutte le loro potenzialità e in modo equo per venire incontro alla domanda di sport e di attività motoria e psicomotoria che spesso non può essere soddisfatta per mancanza di luoghi e di spazi.
- Il servizio mensa e il trasporto
Un’altra area di competenza del comune riguarda la gestione delle mense e dei servizi di trasporto. La possibilità per i bambini e gli studenti di poter andare a scuola attraverso l’uso del servizio comunale di trasporto appare fondamentale per non svantaggiare le famiglie prive di un mezzo proprio o in difficoltà perché non in grado per motivi familiari o lavorativi di disporre del tempo necessario per accompagnare i figli tutti i giorni. Un servizio scolastico di trasporto efficace e capillare è necessario per favorire la frequenza scolastica dei minori. La carenza di un servizio del genere rischia di alimentare fenomeni quali la non continuità della frequenza scolastica e, nel lungo periodo, di aggravare la dispersione scolastica. Appare quindi fondamentale un’analisi approfondita dei bisogni legati al trasporto scolastico in un’ottica di programmazione territoriale del servizio scolastico al fine di reperire le risorse necessarie in termini di parco degli automezzi, autisti, personale con il compito di accompagnare soprattutto i ragazzi più piccoli.
Per quanto riguarda la gestione delle mense, si propone di attivare uno strumento simile a quello proposto per la sicurezza, cioè la costituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale di cui facciano parte rappresentanti dei singoli istituti comprensivi e la Casa della salute al fine di monitorare l’andamento del servizio, di formulare in modo partecipativo i menù e di favorire l’attivazione di momenti formativi finalizzati ad una corretta educazione alimentare e alla prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare soprattutto nella fascia di età preadolescenziale.
- Disagio, handicap e svantaggio
Un settore molto delicato in cui è necessario un coordinamento interistituzionale è costituito senza dubbio dall’area dell’handicap, del disagio e dello svantaggio. Le problematiche relative a tale area investono competenze specifiche di diversi enti, da quelle dell’Ufficio Scolastico Regionale che deve assegnare i docenti di sostegno, e garantire la fruizione di eventuali ausili mediante appositi organi e procedure, all’ASL che deve certificare e seguire attraverso i diversi specialisti i singoli casi, al comune che deve assegnare gli OSA sulla base di procedure che garantiscano trasparenza e rapidità, alle istituzioni scolastiche che debbono coordinare le risorse al fine di garantire in modo efficace ed efficiente il diritto allo studio di tutti gli studenti e le studentesse. Il coordinamento e la progettazione degli interventi sono indispensabili al fine di garantire la qualità e l’equità del servizio per un settore così delicato che coinvolge soggetti (famiglie e studenti) fragili. Anche in questo caso la costituzione di un gruppo interistituzionale con funzioni di monitoraggio e propositive sembra lo strumento più adatto che il comune deve promuovere con la collaborazione attiva della Casa della salute anche al fine di far dialogare i soggetti che gestiscono gli interventi in ambito scolastico con i soggetti cui spetta la gestione delle iniziative e delle attività in ambito post e//o extrascolastico.
- I progetti e il rapporto con il territorio
Un’ultima area di intervento riguarda la gestione delle risorse per la realizzazione dei progetti. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una problematica complessa che deve tenere conto della priorità delle scelte educative e formative che spettano all’autonomia delle istituzioni scolastiche nell’ambito delle loro specifiche finalità. Spesso invece di assiste ad una sorta di assedio da parte di enti e istituzioni che rendono la scuola succube di un’offerta pseudo formativa elaborata e ritagliata su bisogni che non sempre coincidono con le esigenze didattiche ed educative del processo formativo che ogni scuola deve elaborare. Appare necessario quindi un momento specifico di filtro e progettazione che coinvolga i diversi soggetti interessati (associazioni culturali, istituzioni scolastiche, ente locale, istituzioni locali pubbliche e private) che garantisca l’uso efficace e la distribuzione equa delle risorse, la coerenza tra offerta di opportunità e bisogni formativi. In particolare, sembra opportuno, in riferimento ai principi sopra illustrati, privilegiare momenti che riguardano da un lato la conoscenza del territorio e della cultura locale e dall’altro il funzionamento delle istituzioni democratiche e le problematiche della cittadinanza. Tale momento di filtro e coordinamento altro non può essere che un ulteriore gruppo di lavoro interistituzionale aperto alla partecipazione dei rappresentanti delle associazioni culturali presenti sul territorio e dei soggetti che possono svolgere un ruolo attivo nella proposta di percorsi e progetti educativi. Le scuole, in collaborazione con le associazioni culturali presenti sul territorio, potrebbero così diventare poli culturali in grado di fornire ai giovani e a tutta la cittadinanza momenti di incontro, di scambio di idee, di elaborazione culturale in settori che possono andare dal teatro, alla musica e a varie altre iniziative culturali in un territorio che si caratterizza per un’estrema povertà di occasioni del genere.
Un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta alla diffusione dell’uso della rete delle biblioteche della provincia di Massa Carrara (REPROBI) e della biblioteca civica quali strumenti utili per rafforzare l’esile presenza di biblioteche scolastiche in dotazione alle singole istituzioni in quanto lo sviluppo di competenze relative all’uso delle biblioteche, degli archivi, degli strumenti digitali finalizzati alla ricerca e alla selezione di informazioni, notizie, dati, documenti costituisce un patrimonio necessario e indispensabile per la formazione del cittadino nella società in cui oramai la digitalizzazione è uno degli elementi imprescindibili. A tale scopo è necessario garantire la più ampia diffusione della banda larga nelle scuole e nelle famiglie.
- I percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento
Legato a tale ultimo aspetto è possibile pensare anche ad un coinvolgimento delle scuole secondarie di secondo grado sotto forma di costituzione di percorsi di alternanza scuola lavoro o, come vengono ora chiamati, dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, che il comune potrebbe offrire alle istituzioni scolastiche mediante attività progettate da svolgersi presso la biblioteca in collaborazione con eventuali associazioni interessate alla realizzazione di progetti formativi, evitando di fornire esperienze improduttive in uffici non preparati ad accogliere studenti e studentesse impegnati in attività che, se non ben organizzate, possono produrre disaffezione nei confronti della scuola. A tale scopo potrebbero essere utilizzate esperienze già realizzate quali le attività che hanno coinvolto anche le scuole del primo ciclo (ad esempio esperienze di attività con il liceo delle scienze umane e le scuole primarie), la strutturazione di percorsi per la sperimentazione di attività di guida turistica, di promozione delle risorse del territorio (liceo linguistico), di attività organizzate con la collaborazione di associazioni od ordini professionali presenti nel comune. Fondamentale potrebbe essere anche il ruolo del comune per l’orientamento scolastico e professionale in termini di diffusione di informazioni, di organizzazione di incontri, di raccordo di iniziative con le Università toscane e quella di Parma.
Conclusione
In sintesi, il comune nell’ambito delle competenze relative al funzionamento scolastico, facendo salva l’autonomia delle scuole cui è riservato il ruolo prioritario per quanto riguarda le scelte relative alla costruzione dei percorsi formativi, dovrebbe costituirsi quale soggetto attivo non solo in quanto erogatore di servizi su richiesta o legati all’emergenza, ma nel formulare proposte, nel promuovere forme di coordinamento e di progettazione al fine di elevare la qualità del servizio scolastico e di contribuire alla formazione culturale e civica del cittadino, del senso di responsabilità che deve contraddistinguerlo quale elemento fondamentale per la sopravvivenza della società democratica in un’epoca di populismo dilagante e invasivo che rende opache le forme di coinvolgimento che consentono l’espressione della sovranità popolare.